Nel corso di questi Europei ci è capitato spesso di osservare immagini e video degli Azzurri durante i lavori in acqua, soprattutto nei post partita.
Questa tecnica, recentemente perfezionata grazie al contributo del fisioterapista osteopata Walter Martinelli, è inserita all’interno del percorso di recupero che integra le competenze mediche e quelle dello staff performance, coordinato da Valter Di Salvo. Un’attività che sta riscuotendo un grande successo da parte dei giocatori azzurri, che sembrano trarne grandi benefici.
Il trattamento in acqua viene attuato dopo il consueto lavoro in palestra e di ripristino posturale; i giocatori passano poi in piscina dove due o tre fisioterapisti - sotto la supervisione del professor Andrea Ferretti e del dottor Carmine Costabile - eseguono manovre di mobilità articolare, stretching, digitopressioni e tecniche osteopatiche, promuovendo un profondo stato di rilassamento con effetti sul Sistema Nervoso Autonomo. Tale tecnica permette di allentare le tensioni muscolari del post gara, alleviando fatica e rigidità.
In questa dimensione il corpo tende ad abbandonarsi completamente. Di rilievo anche l’effetto sul sistema circolatorio, su quello linfatico e su quello respiratorio, cui i fisioterapisti azzurri rivolgono particolare attenzione mobilizzando torace e muscoli diaframmatici.
L’acqua della piscina ha una temperatura di 35 gradi circa ed una profondità di 110-120 centimetri. Il lavoro è accompagnato da un sottofondo di ‘relaxing music’.
I livelli di rilassamento raggiunti grazie a questa tecnica spesso portano gli atleti ad addormentarsi in acqua. Il corpo sembra ritornare ad uno stato fetale. L’ambiente acquatico che ricorda vagamente il liquido amniotico, il calore, lo stato di totale predisposizione all’assorbimento di stimoli esterni e i movimenti dolci - atti a riportare il sistema neurovegetativo in equilibrio - di fatto, conducono ad un ripristino dello stato di omeostasi.