Quali capacità dovrebbe avere un fisioterapista che lavora nello sport?

osteopata AS Roma Walter Martinelli con Federico Genovesi
Walter Martinelli e Federico Genovesi

Quali skills dovrebbe avere un fisioterapista che lavora nello sport? Oggi lo chiediamo a Walter Martinelli, fisioterapista e osteopata dell' AS ROMA e della Nazionale Italiana di calcio.

Partiamo subito, allora.

Ricevo frequentemente domande su questo argomento, così ho deciso di rispondere attraverso una breve intervista ad un grande amico e grandissimo professionista del nostro settore: Walter Martinelli, fisioterapista e osteopata. Con Walter, ho avuto l’immenso piacere di condividere studi in Osteopatia e Kinesiologia applicata e continue conversazioni riguardo alla potenziale migliore strategia di intervento con atleti professionisti.

Conosciamo meglio Walter Martinelli

Federico Genovesi: Walter, qual è la tua posizione di lavoro attuale?

Walter Martinelli: Sono fisioterapista ed osteopata della Nazionale italiana di calcio e della AS Roma dove, con Marco Esposito, coordino l’area fisioterapica .

Qual è stato il tuo percorso di lavoro?

Ho iniziato molto presto a lavorare nell’ambito dello sport: parallelamente agli studi universitari, ho conseguito diversi brevetti e frequentato numerosi corsi nell’area fitness, lavorando e gestendo alcuni centri sportivi. Dopo la laurea in Fisioterapia ho continuato ad aggiornarmi iniziando, appena possibile, gli studi di Osteopatia. Sicuramente, di gavetta ne ho fatta tanta lavorando nel calcio, nel motociclismo, con gli atleti olimpici delle Fiamme Gialle di diverse discipline, negli sport da combattimento, in particolare nel pugilato con le varie federazioni .

Devo dire che nel calcio ho fatto tantissime esperienze: mi piace ricordare alcune squadre come Tor Tre Teste, Sorianese, Almas, Frascati, Pomezia, Lodigiani, Cisco Roma e Frosinone fino ad arrivare alla Lazio e successivamente alla Roma. La Nazionale Italiana di calcio ha rappresentato per me la “ciliegina sulla torta” e ne sono davvero orgoglioso: rappresentare la mia Società in Nazionale e la mia Nazione nel mondo non ha eguali!

Proseguiamo...

Fantastico Curriculum quello di Walter, che è partito da squadre più piccole per arrivare alla Nazionale Italiana di Calcio, probabilmente il sogno di ogni terapista, quindi congratulazioni!

Quale esperienza lavorativa pensi ti abbia fatto crescere di più?

Ogni esperienza per me è stata fondamentale e ho imparato tanto da ciascuna di esse. Un consiglio che darei ai giovani è quello di imparare dalle esperienze “negative”, di prenderle come sfida per migliorare se stessi, di capire cosa possiamo cambiare anche smussando alcuni aspetti del nostro carattere per crescere. È fondamentale essere ottimisti e trasmettere positività sempre, in ogni circostanza. Devo dire che un’esperienza lavorativa importante per me è stata la gestione di un circolo sportivo e delle sue attività di fisioterapia: saper gestire e coordinare molte persone, far fronte alle diverse richieste e a eventuali difficoltà è molto importante per lavorare poi in un team.

Staff e squadre di alto livello hanno esigenze e ritmi alti che comportano anche molti sacrifici , ma l’amore per il nostro lavoro semplifica tutto.

Anche l’opportunità di aver lavorato come docente e responsabile delle scuole “Still Osteopatic Institute” prima ed “Educam” poi, ha rappresentato per me uno step importante di crescita professionale: è per questo che ringrazierò sempre in primis Giusva Gregori e Paola Sommajuolo ma anche Paolo Zavarella.

C’è una cosa che ripeto sempre: cercate di imparare ed essere riconoscenti nei confronti di chiunque vi abbia lasciato o insegnato qualcosa, anche se dovesse un giorno deludervi. Perché evidentemente quel qualcosa è stato comunque significativo per voi.

Qual è stato il tuo percorso dall’università in poi?

Dopo l’Università, ho affrontato gli studi di Osteopatia e successivamente di Chiropratica, continuando sempre ad aggiornarmi con corsi di specializzazione. Sto proseguendo tutt’oggi con alcuni corsi universitari perché non bisogna mai “appiattirsi” o adagiarsi…

Questa è una cosa che voglio sottolineare: continuo aggiornamento!

A mio parere, è decisivo non fermarsi mai, ma indirizzare i propri studi in base alle proprie teorie ed esperienze e investire nella propria formazione e professione.

Quale corso, conoscenza o studio personale pensi sia stato “ game changer “ per la tua carriera Walter?

Sicuramente gli studi osteopatici sono stati un passaggio chiave per la mia carriera , ma non mi piace scindere l’osteopatia dalla fisioterapia , alla base ci sono l’anatomia e la fisiologia. E’ da lì che si parte.

Ci troviamo d'accordo, Walter!

Le due discipline hanno tanti punti in comune: l’Osteopatia, per certi versi, potrebbe rappresentare a mio modo di vedere una specializzazione della fisioterapia, ma credo allo stesso tempo che un’osteopata ben formato sia una figura che potrebbe lavorare in un team indipendentemente dalla sua precedente formazione fisioterapica.

Quali sono le skills che ritieni fondamentali in un fisioterapista o osteopata sportivo Walter?

Alla base di tutto per un terapista ci devono essere l’amore e la dedizione per il proprio lavoro, oltre all’umiltà di saper apprendere da tutti indipendentemente dal ruolo o dalla qualifica, anche perché “per un uomo è impossibile imparare ciò che crede di sapere già”.

A questi valori bisogna aggiungere l’aggiornamento continuo, il saper lavorare in gruppo e per il gruppo, l’educazione, il rispetto per il paziente o per l’atleta .

In più, nella mia visione di questa professione, è fondamentale possedere un’ottima capacità manuale, oltre ad avere basi solide di anatomia e fisiologia e a saper ragionare sulla diagnostica differenziale: intendo la capacità di includere o escludere determinate problematiche nel nostro trattamento, nel nostro “razionale”.

Ovviamente bisogna saper consultare la letteratura scientifica, possedere l’utilizzo di una terminologia specifica medica e conoscere le indicazioni, e soprattutto le controindicazioni, di una tecnica o di un trattamento. Per un fisioterapista sportivo è determinante conoscere la biomeccanica , soprattutto quella specifica dello sport nel quale si lavora; saper gestire l’atleta a 360° considerando l’importanza dell’aspetto psicologico, soprattutto nei periodi di infortunio, dove dobbiamo essere in grado di seguirlo nelle varie fasi del recupero; capire quando può essere utile una regressione e quando una progressione fino al RTP (Return To Play). Sicuramente l’esperienza vi aiuterà.

In questo senso, credo sia sempre necessario approfondire anche conoscenze di altre aree dell’ambito sportivo come la nutrizione, la preparazione fisica, la podologia, confrontandosi sempre con gli altri professionisti .

Tutto questo senza trascurare mai le cose più semplici per pensare solo alle più complesse. Bisogna saper essere falco ma anche tartaruga.

Arriviamo all'ultima domanda

Grazie Walter, consigli utilissimi. A questo punto dell'intervista, vorrei chiederti:

Che messaggio vuoi lasciare a tutti i fisioterapisti e osteopata che vogliono approcciarsi al mondo sportivo?

L’insuccesso non deve essere una difficoltà ma uno stimolo! La differenza tra quello che sei e quello che vorresti essere, sta in quello che fai!

Grazie mille Walter! Sono sicuro che questo confronto aiuterà tanti giovani ad affrontare meglio i loro percorsi di formazione e ad essere più preparati nel momento in cui entreranno a far parte del mondo lavorativo.

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